Friday, December 31, 2010

2010

Alla fine dell'anno traggo sempre un bilancio, nell'intimo, un bilancio esistenziale. Di solito lo faccio a Natale e serve a ideare il concetto comune di base ai regali che offro ai miei affetti più intimi.
Quest'anno, no. Quest'anno ha già deluso abbastanza l'opinione che avevo dell'umanità, sia nel senso di esseri umani che in quello di condizione umana.
Le fasi alterne della vita degli uomini ne mutano carattere e atteggiamenti. Ho visto gente sul lastrico lamentarsi della cattiveria del prossimo, dell'ingiustizia sociale, dell'infamia del fato, li ho visti vincere, vincere i giochi d'azzardo che offre lo Stato e quindi insultare gli sfaticati, i poveri, vantarsi della propria operosità.
Ho visto Battisti rifugiato politico in Brasile. Con disgusto. Preferisco i transessuali che ci mandano in cambio. Almeno è dubbia la loro sessualità. Non la moralità.
Ho notato, quest'anno, che c'è della gente che si definisce intellettuale, ma ha in testa solo boria, arroganza, supponenza. Ho notato come questa cosa ha fatto male, a me. Eppure, non scambierei il mio editore ed il mio cuore, per il loro. Nè editore, nè cuore.
Ho notato come i premi vengano distribuiti ai soldi. Ai pompini, ai soldi, ai culi lustri. Con tutto il rispetto. Lo spiega anche Baricco, nella sua Iliade, come i duelli omerici si concludano sempre con la vittoria del più ricco. Appunto, la storia si ripete.
Ho riscoperto come il concetto di lavoro sia più prossimo a quello di schiavitù, fisica economica sociale culturale. Come basti un briciolo di parvenza d'autorità riconosciuta a trasformare gli agnelli, in iene, come direbbe Agnelli a proposito delle sue piccole iene.
Ho visto la cocaina bruciarmi gli affetti davanti agli occhi, lasciandomi abbagliato.
Ho visto quanto fa male il male.
Ho visto quanto incassa un mendicante zingaro in un'ora. E come rida sotto i baffi.
Ho visto l'Illusionista, quel cartone francese, mi ha spaccato il cuore.
Ho visto torrioni di menzogne crollare e non smettere mai più di farlo, nemmeno quando ormai erano a terra.
Ho provato l'impotenza di non concludere niente coi miei nuovi romanzi agonizzanti tra i quaderni.

Ho visto un gatto, quest'estate, in mezzo alla strada, con la metà posteriore del corpo schiacciata, l'ho visto mentre miagolava aiuto alle auto che correvano, l'ho sentito lancinarmi l'anima, l'auto che mi trasportava l'ha allontanato alle mie spalle, eppure è ancora qui con me.

Addio 2010. Mi spiace, comunque, che tu sia passato.
A domani.

2 comments:

Alice Meraviglia said...

é veramente bello e profondo quello che hai scritto! :)
Per quanto amaro, fa bene sapere che c'é ancora gente lucida in giro.

Buon 2011!!!

Alessandro said...

Buon 2011, caro Francesco. E non lasciare agonizzare i tuoi romanzi, vogliamo continuare a leggerti. Abbraccio.
alessandro