Spero solo che questa topografia sia seguita da un'analisi approfondita dei vari nomi che incide sulla mappa, perchè non risulti, ancora una volta, di venir tutti accumulati in un fenomeno quantitativo e non qualitativo. Insomma, la diffusione dell'influenza non la rende una malattia cool. E il nome di Scerbanenco è stato sparato a vanvera da molti e per troppi.
Ma è un dato di fatto che invece nel genere covino alcune delle migliori penne italiche.
Bella l'intervista a Colaprico, il quale per i giovini invoca editor capaci e presenti - che dovremmo invocare tutti -, e chiude con una profezia pur troppo azzeccata: "Se va avanti così, tra quarant'anni in Italia si leggeranno solo gialli e manuali di auto-aiuto."
Che sberla!