Milano deformata dall'afa, ed io lì, la mimetica addosso assieme a tanto sonno, mezzo rincoglionito, che invece che andare al lavoro, al sedici di agosto, il giorno dopo esser tornato dalle vacanze, me ne vado a spasso per la mia città. La giro a piedi, come sempre. Camminarla è più appassionante, in bicicletta è più avventuroso, in macchina è una dannazione. Comunque...
Dove può andare un'anima in pena che vaga nella metropoli semideserta evitando di incrociare un tabacchino per non fumare... Ponte della Ghisolfa. Che da Affori non è poi un gran viaggio. La città sta posata sul suo asfalto come un felino rognoso addormentato. Gallone dovrebbe stare scrivendo il suo romanzo, quello nuovo. Solo il Libraccio Bovisa è aperto, ed una panetteria. Scelgo il Libraccio perchè sono tornato galvanizzato dalle ferie, e mi piace la commessa.
Un libro mi folgora. Milano A. Brandelli, di Andrea Ferrari. Classe '77, laureato, scrive un giallo dal titolo accattivante e bellissimo, con un detective sfigato che neanche beve e fuma. Cazzo, a me piacciono gli eroi alla Vampiri SpA, con gli armadi pieni di alcool e Marlboro per esorcizzare i demoni, e questo... e questo lo compro lo stesso, mi incuriosisce.
Torno a casa, e come tutti i libri che ho lo comincio. Chi mi conosce sa quanti libri ho. Quanti film. Quanti dischi, quanti fumetti. Tutti li ho cominciati (tranne quelli nel cellophan...). Se si tratta di una cazzata, stai sicuro che io ne ho perlomeno sentito parlare.
Mentre leggo,mi vien voglia di scrivere, lo stimolo. Prendo il mio costoso quaderno Moleskine e lo svergino, finalmente. Alle 5 del pomeriggio, dopo aver buttato giù venti righe soltanto, entro da Giuliano, mi bevo una birra e compro delle Marlboro rosse da 10 assieme ad una mia Lei. Come Brandelli, ma coi brutti vizi...
La mattina dopo, mamma e papà e fratelli se ne vanno in ferie, affidandomi i gatti. Sono solo, ed essendo i genitori anche i miei capi, non vado nemmeno a lavorare. Ottimo.
Scrivo. Poi accendo il computer. Controllo la posta. E mi ricordo che mi sono connesso soltanto per contattare l'editrice di Milano A. Brandelli. E gli mando una mail.
Poi c'è un film con Totò su RaiTre, e mi godo quello, due Marlboro, la gatta anziana e quella giovane seduto sulla panca in cucina. E attendo.
Dove può andare un'anima in pena che vaga nella metropoli semideserta evitando di incrociare un tabacchino per non fumare... Ponte della Ghisolfa. Che da Affori non è poi un gran viaggio. La città sta posata sul suo asfalto come un felino rognoso addormentato. Gallone dovrebbe stare scrivendo il suo romanzo, quello nuovo. Solo il Libraccio Bovisa è aperto, ed una panetteria. Scelgo il Libraccio perchè sono tornato galvanizzato dalle ferie, e mi piace la commessa.
Un libro mi folgora. Milano A. Brandelli, di Andrea Ferrari. Classe '77, laureato, scrive un giallo dal titolo accattivante e bellissimo, con un detective sfigato che neanche beve e fuma. Cazzo, a me piacciono gli eroi alla Vampiri SpA, con gli armadi pieni di alcool e Marlboro per esorcizzare i demoni, e questo... e questo lo compro lo stesso, mi incuriosisce.
Torno a casa, e come tutti i libri che ho lo comincio. Chi mi conosce sa quanti libri ho. Quanti film. Quanti dischi, quanti fumetti. Tutti li ho cominciati (tranne quelli nel cellophan...). Se si tratta di una cazzata, stai sicuro che io ne ho perlomeno sentito parlare.
Mentre leggo,mi vien voglia di scrivere, lo stimolo. Prendo il mio costoso quaderno Moleskine e lo svergino, finalmente. Alle 5 del pomeriggio, dopo aver buttato giù venti righe soltanto, entro da Giuliano, mi bevo una birra e compro delle Marlboro rosse da 10 assieme ad una mia Lei. Come Brandelli, ma coi brutti vizi...
La mattina dopo, mamma e papà e fratelli se ne vanno in ferie, affidandomi i gatti. Sono solo, ed essendo i genitori anche i miei capi, non vado nemmeno a lavorare. Ottimo.
Scrivo. Poi accendo il computer. Controllo la posta. E mi ricordo che mi sono connesso soltanto per contattare l'editrice di Milano A. Brandelli. E gli mando una mail.
Poi c'è un film con Totò su RaiTre, e mi godo quello, due Marlboro, la gatta anziana e quella giovane seduto sulla panca in cucina. E attendo.
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bentornato
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