Thursday, November 15, 2007

ECLISSI PER UNO SCRITTORE - parte IV

Torno dal mercato, sotto la pioggia. Dev andare al colloquio con la casa editrice, in bici, quindi piove. Opto per i mezzi, il tram 3, non mangio, mi rendo presentabile (Felpa dei Rifiuti; jeans da B-Boy usati; chiodo e anfibi; c'è da riflettere...) e parto con la mia valigetta di cartone fustellato e l'ombrello. Arrivo a piedi in piazza Bausan, appuntamento alle 16, sono alla fermata alle 14. La pioggia impregna Milano, adoro queste giornate, guardo tutte le milf e le studentesse, ascolto tutte le storie, origlio le conversazioni al cellulare. Il 3 arriva in Brera alle 15 e 30. Traffico. Di fronte al Piccolo Teatro il cocchiere apre il suo sportelletto e ci comunica che una testa di cazzo ha parcheggiato il Mercedes sulle rotaie e ci sono altri cinque tram in fila. Consiglia di intraprendere dei persorsi alternativi. Mi si pone il dilemma: aspettare seduto sul tram, o partire a piedi. Parto a piedi, e di corsa, sotto l'acqua, lungo le rotaie, che se il 3 si riprende lo riprendo. Arrivo alle Colonne, sudato, bagnato e pieno di freddo. Sul Tuttocittà ho studiato un altro percorso ora troppo lungo, quindi lo rielaboro sulla cartina di una fermata ATM. Ci sono. Trovo la via, e vado davanti al 7. Sul citofono però il nome non c'è. Portineria: chiusa. Cellulare: sono spiacenti, ma il credito è esaurito. Penso. Penso. Penso. Guardo lo scontrino su cui ho segnato l'appuntamento. Cazzo, dice 7. Flash: e se fosse 17, o 27? Vado al 17, e difatti avevo sbagliato indirizzo... Mancano 15 minuti, che fumo in due sigarette. Alle 15 e 58 citofono. Salgo nella splendida casa, molto elegante, della signora editrice, che solo ora che si ripresenta mi rendo conto essere l'autrice degli altri libri che ho comprato sotto lo stesso marchio. E mi sento un fesso. Sono bagnato, sudato, ho camminato nel pantano, nel fango, sgocciolo da ogni lembo, prima che entri in casa già mi offrono il caffè più gradito del 2007, poi lo vedo: pavimento BIANCO. Divano BIANCO. Arredamento BIANCO. Merda.
Vengo davvero bene accolto, professionali e gentili. Comincia il colloquio.
"Ma il razzismo imperante nel romanzo è proprio dell'autore o di un personaggio in particolare?"
Bene, cominciamo.

Tuesday, November 06, 2007

ECLISSI PER UNO SCRITTORE - parte III

Martedì di settembre. Torno dal mercato tardissimo, e proprio mentre mi sto per sedere a tavola, finalmente, alle 15 e 30, mi suona il cellulare. Guardo il numero, non lo conosco, sarà per qualche lavoro, per qualche assaggio. Risponde una voce femminile, la cosa mi spiazza, non sento mai ragazze, solo le mie ex. Anche le ragazze dei miei amici mi contattano solo via sms.
"Ciao, ti ricordi? Abbiamo letto il tuo manoscritto, ti va di incontrarci?"
Il sorriso ebete con cui ho vagato per la città nella settimana seguente è indescrivibile. Le reazioni dei pochi confidenti impagabili. E non era ancora successo niente...

ECLISSI PER UNO SCRITTORE - parte II

Sta di fatto che sono ad agosto da solo, a casa, a Milano. Ogni mattino alle 9 guardo un film di Totò su RaiTre, ne approfitto per vedere un po' di film, come Collateral, per leggere un po' di fumetti arretrati, i romanzi impilati. E per scrivere. Un istinto mi riporta di fronte ad un costosissimo quaderno Moleskine, e comincio a tratteggiare alcune idee per un possibile romanzo. Tutta merda, ovviamente. Appunti. Disegni, un sacco di disegni.
Apro la posta elettronica, ed una casa editrice, giovane ed intraprendente, mi offre la possibilità di consegnarle il manoscritto del Libro Nero del Gatto. Bene. La notizia non mi sconvolge poi tanto. Dieci giorni dopo, alla presentazione di un loro libro, io, spalleggiato da Gionny, consegno il manoscritto, imbarazzato e sudato. Oltretutto, a quella presentazione c'era anche Carletto ex Thrash Brigade.
E tutto passa.